Pin Punx - Pelin Santilli

giovedì 30 dicembre 2010

Le immagini del Blog

Devo assolutamente scrivere due parole per le immagini che Pelin Santilli mi ha gentilmente prestato. Devo perché amo le sue bamboline sanguinarie e visionarie e me ne innamorai a prima vista, proprio tramite web. Non immaginavo che qualcuno potesse disegnare con tanto acume la forma dei miei pensieri. Non sono una critica d'arte, sono solo una tizia che guarda con interesse e legge con interesse ogni nuova proposta, sono io stessa una specie di nuova(vecchia) proposta e le visioni di Pelin mi hanno folgorato. Ricordo quando è accaduto: ero sui monti, con la neve che arrivava a metà polpaccio e i termosifoni spenti perché la proprietaria tendeva al risparmio. Annoiata mi dividevo tra la necessità di fare ordine a casa e quella di sbracarmi a letto col pc sotto le coperte ( non seguo la TV ma nemmeno ne avevo una all'epoca). Poi in bacheca apparve la bambolina e spalancai gli occhi; per tre ore ho scorso tutte le foto della pagina, una dopo l'altra, facendo attenzione ad ogni particolare e non smettevo di entusiasmarmi. Si, perché nelle bamboline curvilinee e sensuali, con cicatrici e denti aguzzi rintracciavo una parte di quello che ho sempre pensato riguardo a tutte le forme di produzione artistica ovvero che esse non devono compiacere ma interrompere. E Pelin interruppe il mio annoiato pomeriggio montano, trasportandomi nel mondo fantastico delle sue creature. Guardavo a più riprese: dapprima mi sembravano figure normali, poi da vicino cominciavo a notare corde, strumenti di tortura, cuciture ai colli e ai polsi, mostriciattoli ai piedi, il tutto annegato nei colori acidi dei CARIOCA. Quando gli chiesi come li faceva, lui rispose semplicemente: coi pennarelli Carioca e li rischiai di svenire perché era la mia idea perfetta di letteratura e arte in generale. Un'idea che parte dalle cose semplici, come dai periodo brevi e arriva all'interruzione del respiro. Senza edulcorare niente, con maniacale attenzione ai più fastidiosi nei, senza abbrutire né metterci dentro giudizi di buonismo morale. E il risultato è grandioso, perché queste bamboline con gli occhi enormi, 4 braccia, le vagine in mostra e le occhiaie ancor più grandi sono meravigliosamente vere. Sono la bellezza delle "robe strane" ( così le chiamo io), dei pugni allo stomaco, di tutti i viaggi nella mente di ciascuno. Eppure, in questo paradiso di mostriciattoli dai colori acidi non ci si sente estranei, non si ha paura ...si vorrebbe anzi piombarci dentro, tra vermetti e frustini, gambe che escono dalla testa e teste mozzate che restano a posto.Non serve l'edulcorazione, non serve nemmeno raccontarci storie e volgerle a nostro favore, cercandoci dentro ragioni o collegamenti. Serve guardare con gli occhi le cose e vederci dentro la perfettissima stranezza. In fondo proprio questo mi piace di lui, la perfetta stranezza delle immagini che sono più vere del vero, perché sono semplicemente ciò che siamo dentro. Non tutti ovviamente dentro sono così, alcuni saranno realisti, altri astratti ma io, essendo una madamigella lobotomizzata, sono proprio così!

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