Pin Punx - Pelin Santilli

lunedì 27 dicembre 2010

Film ( non normali) che mi hanno cambiato la vita. Non necessariamente belli.

Ho un rapporto conflittuale col cinema, sin da quando ero piccola. Ho ripercorso la mia infanzia, sempre sotto le grinfie di parenti adulti, a volte anziani, e sotto il totem della tv generalista. Ciò che ne è scaturito è stata l'idea -spaventosa certo - che alcuni film mi hanno cambiato la vita aiutandomi a diventare quella che sono. Non si tratta di films particolari né di films per bambini bensì di films eticamente connotati cui mio padre - ancora amante de "I Cannoni di Navarone" - mi sottoponeva. Quando sono diventata più grande ho cominciato da sola a sceglierli ma i risultati non sono migliorati.
Per prima cosa è bene che vi dica che a casa mia Pinocchio non si seguiva: la musichetta del film di Comencini metteva tristezza a mia madre quindi niente seghe e pupazzi di legno, solo polpettoni che, quando erano vietati ai minori, ci costringevano ad andare a letto troppo presto ... troppo. Andavano forte a casa mia i films storici quindi il primo Film che mi ha segnato l'infanzia ( non necessariamente in positivo) è stato Ben Hur ...
Ben Hur: polpettone di 400 ore di Cecil B. De Mille trasmesso soprattutto nel periodo pasquale in cui un rampollo ebreo cade in rovina e, tramite la figura di Cristo, ottiene una speranza per il futuro. In mezzo c'è: la corsa delle bighe, la lebbra, nomi quali Messalla e Giuda, interminabile scene di remate sulle galee romane. Ovviamente i Romani sono i cattivi, tutti gli altri BUONI.
Questo film ha aperto il mio amore per il genere Horror...ebbene si. Io e mia cugina restammo così sconvolte dalla Valle dei Lebbrosi che, puntualmente il giorno successivo alle trasmissioni, cominciavamo a fare telefonate anonime. Nostra vittima era il tipo che vedeva bevande all'ingrosso ( solo perché il numero campeggiava sul calendario appeso vicino al telefono) e appena il tipo diceva " pronto" noi, scioccate, con gli occhi spiritati e le occhiaie da poco sonno pieno di incubi iun cui contraevamo la lebbra, rispondevamo tremolanti: " Pronto ... è la valle dei lebbrosi?".
Questo una, due, tre, volte fino a quando il poveraccio ci diceva in dialetto: " Li bardì, iote a roppe lu cazze a cacchedun'addre" ( tradotto: bambini andate a rompere le scatole a qualcun altro). Ben Hur ci ha insegnato che la speranza non va mai persa, che se vedi un che porta un croce è meglio che lo segui, che se tua madre sparisce assieme a tua sorella, è meglio andarla a recuperare dentro una grotta di gente piena di cenci. Ma soprattutto che il sistema carcerario dell'antica Roma lasciava davvero a desiderare. Da qui la frase di mio padre che, davanti a qualche criminale recidivo, amava ripetere "Io le mettesse dente a nu carcere come quollo dove jò a'rpiji la mamma di Ben Hur..."( lo sbatterei in una cella come quelle dove andarono a riprendere la madre del suddetto). Va da se che il film ha sviluppato la mia fissazione per le malattie, la mia ipocondria ma soprattutto l'usanza a definire lebbrosi tutti coloro che, per qualche motivo, avevano ferite sul viso o graffi o desquamazioni allergiche. A tratti addirittura mi sono avvolta le mani con la carta igienica e assieme a mia cugina, coperte di spare da cucina, recitavamo la scena in cui la madre e la sorella di Ben Hur apparivano di notte in giardino ( scena che ci ha tolto il sonno). Avevamo sei anni.
Dopo Ben Hur è stata la volta di "Marcellino Pane&Vino" ... stendiamo un velo di silenzio sulla tristezza che provavo, ogni volta, vedendolo e sull'allegria di mio padre, divertito dal piccolo e tenero Pablito Calvo...
Il Film di Ladislao Vajida racconta la storia di un orfanello che vive in un convento coi frati e parla con un crocifisso ligneo, nascosto in soffitta. Il piccolo arriva a portare pane e vino alla statua che decide di prendere il piccolo tra le sue braccia ...HARGGGG ... in sintesi il piccolo bambino ispanico MUORE e tutto questo tra l'allegria di mio padre che, a giusto titolo come tutti quelli della sua generazione, ha sempre ritenuto "Marcellino pane e vino" un film di formazione. Il film ha gettato le basi del mio anticlericalismo militante ... perché per tutti i 90 minuti non facevo altro che chiedermi: ma 'sto povero bambino orfano, che vive coi frati non è triste perché non ha la mamma? La risposta di mia nonna era la seguente: Non è triste, c'è Gesù con lui ... da qui la mia fifa assurda che tutti le croci appese per casa potessero mettersi a parlare e addirittura rapirmi...quindi Croce a scuola? No grazie, soprattutto alle elementari ...
Nella costruzione del mio anticlericalismo ha partecipato anche "Il nome della rosa". Il film di Annaud mette in scena il romanzo di Eco con suggestione e dialoghi astrusi. Io e mia cugina guardavamo la cassetta di mio padre di nascosto e, anche qui, non dormivamo la notte per colpa di ...SALVATORE ... ebbene si! Dopo Il nome della Rosa niente è stato più come prima: i frati per noi sono diventati tutti deformi, o gay ( l'inquietante Berengario), o ciechi e sclerotici o peggio libertini e grassi (Remigio da Varagine)ma soprattutto abbiamo sviluppato un sentimento contrastate nei confronti del clero e del medioevo. Ogni volta che vedevo un convento in tv piuttosto che qualche foto sul libro di storia non poteva fare a meno di pensare che tra le mura di quelle costruzioni di pietra di nascondessero deformi eretici piuttosto che grassoni maiali che trombavano le fanciulle poverissime che si davano in cambio di un polmone di porco. Da li è nato il mio amore per la filosofia: l'unico umano, in quel mucchio di mostri, era Guglielmo da Baskerville ( anche bellissimo a mio parere). Ho concluso che per essere decenti a livello fisico uno dovesse per forza studiarsi la metafisica di Aristotele ... e ahimè l'ho fatto davvero...Dopo la visione del film io e mia cugina andavamo urlando, in giardino, REMIGIO DA VARAGINE piuttosto che SALVATORE e Peniteziagine senza sapere chi fossero. Quando ho studiato Occam ( Guglielmo di Baskerville è ispirato a lui), il suo rasoio e le dispute quodlibetali mi sono tranquillizzata ma era oramai troppo tardi ... odiavo già tutti preti e i frati, erano per me tutti deviati e corrotti e soprattutto temendo che le croci cominciassero a parlare, concludete voi che razza di rapporto malato io abbia con la Chiesa di Roma ...
Altro film che mi ha cambiato la vita, suggellando una volta per tutte il mio amore per i capelloni piuttosto magri è stato l'Ultimo dei Moicani ( 'sta sera mio padre lo sta vedendo per la 200esima volta).
L'Ultimo dei Moicani: film di Michael Mann in cui due fratelli figonissimi si oppongono ai colonialisti francesi e inglesi, innestando una battaglia con tribù di Uroni ( venduti bastardi) e nel frattempo intrallazzano con figlie di generale inglese, una bionda e l'altra mora, una adulta e una piccola e insomma tutti i clichè del caso.
Il film ha contribuito a migliorare la sensibilità per la storia dei nativi americani soprattutto di zona canadese di tutte le liceali europee oltre che mostrarci che gli "indiani" non erano solo Toro Seduto e non erano brutti. Al contrario ci siamo convinte in blocco che gli "Indiani" siano tutti boni, cazzuti, dai lunghi capelli e dalle lunghe asce. Ci siamo convinte che la ribellione paga, che in tre ci si può opporre ad interi eserciti coloniali e tante altre stronzate assolutamente inutili per la vita odierna. Soprattutto abbiamo amato la mezza coda nei maschietti che però, il più delle volte, non erano boni come Daniel Day Lewis. Piuttosto colmavano coi capelli e con strani caratteri ( bello&tenebroso) lacune nella traduzione del latino e del greco e vistosi problemi di socializzazione. Il Film mi ha definitivamente allontanato dal modello maschile vincente, facendomi credere che con uno come Nathan si può essere felice persino in un monolocale ricavato dal tronco di un albero, facendo sesso su una panchetta, coi Clannad in sottofondo. Conditio sine qua non affinché questo possa avvenire è che la donna abbia i capelli lunghi tanto quanto lui. Da qui il periodo capellonistico di ogni ragazza che abbia visto, almeno una volta, il film.
Per inciso: molti capelloni che ho incontrato, pur carini come il protagonista erano omuncoli assai poco cazzuti. Quindi, ad oggi, il messaggio é: diffida dei capelli, guarda altro...Non l'ascia ovviamente. Proseguo da adulta di questo filone è Braveheart dove un altro capellone nazionalista e ribelle si innamora e scopa, combatte e muore pieno di onore e senso di libertà. Modello vincente anche questo. Tutti i film coi capelloni boni hanno come messaggio finale il seguente: gli Inglesi, sono dei grandissimi stronzi sia che parliamo del 1.200 sia che invece siamo nell''800. Insomma inglesi stronzi e capelloni bravi.SIEMPRE.
Quando qualcuno mi dice: ma perché sei così incazzata con tutti? Ma perché ti metti sempre dalla parte sbagliata? Perché non ti piacciono le borse? Oppure perché ce l'hai così tanto coi preti ...
Beh la mia risposta è chiara: perché la mie educazione cinematografica mi ha forgiato. A forza di vedere malati di lebbra, frati deformi, ribelli che muoiono ma stanno dalla parte giusta, amori ovviamente strappacapelli che vanno a puttane, secondo voi che tipo di personcina potrei essere?
Una personcina sempre a modo!
IL MODO SBAGLIATO PERò!!!
Quindi: Pronto Valle dei Lebbrosi?

2 commenti:

  1. non vedo citati i seguenti capolavori della cinematografia:
    tozzi - fan!
    una pallottola spuntata
    conan il barbaro
    chuck norris
    l'allenatore nel pallone
    robocop
    rambo
    l'immancabile ROCKY
    Demolition Man!

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  2. Perché evidentemente non mi hanno cambiato la vita...Terrorista Musicale!!!

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