Pin Punx - Pelin Santilli

giovedì 30 dicembre 2010

Le immagini del Blog

Devo assolutamente scrivere due parole per le immagini che Pelin Santilli mi ha gentilmente prestato. Devo perché amo le sue bamboline sanguinarie e visionarie e me ne innamorai a prima vista, proprio tramite web. Non immaginavo che qualcuno potesse disegnare con tanto acume la forma dei miei pensieri. Non sono una critica d'arte, sono solo una tizia che guarda con interesse e legge con interesse ogni nuova proposta, sono io stessa una specie di nuova(vecchia) proposta e le visioni di Pelin mi hanno folgorato. Ricordo quando è accaduto: ero sui monti, con la neve che arrivava a metà polpaccio e i termosifoni spenti perché la proprietaria tendeva al risparmio. Annoiata mi dividevo tra la necessità di fare ordine a casa e quella di sbracarmi a letto col pc sotto le coperte ( non seguo la TV ma nemmeno ne avevo una all'epoca). Poi in bacheca apparve la bambolina e spalancai gli occhi; per tre ore ho scorso tutte le foto della pagina, una dopo l'altra, facendo attenzione ad ogni particolare e non smettevo di entusiasmarmi. Si, perché nelle bamboline curvilinee e sensuali, con cicatrici e denti aguzzi rintracciavo una parte di quello che ho sempre pensato riguardo a tutte le forme di produzione artistica ovvero che esse non devono compiacere ma interrompere. E Pelin interruppe il mio annoiato pomeriggio montano, trasportandomi nel mondo fantastico delle sue creature. Guardavo a più riprese: dapprima mi sembravano figure normali, poi da vicino cominciavo a notare corde, strumenti di tortura, cuciture ai colli e ai polsi, mostriciattoli ai piedi, il tutto annegato nei colori acidi dei CARIOCA. Quando gli chiesi come li faceva, lui rispose semplicemente: coi pennarelli Carioca e li rischiai di svenire perché era la mia idea perfetta di letteratura e arte in generale. Un'idea che parte dalle cose semplici, come dai periodo brevi e arriva all'interruzione del respiro. Senza edulcorare niente, con maniacale attenzione ai più fastidiosi nei, senza abbrutire né metterci dentro giudizi di buonismo morale. E il risultato è grandioso, perché queste bamboline con gli occhi enormi, 4 braccia, le vagine in mostra e le occhiaie ancor più grandi sono meravigliosamente vere. Sono la bellezza delle "robe strane" ( così le chiamo io), dei pugni allo stomaco, di tutti i viaggi nella mente di ciascuno. Eppure, in questo paradiso di mostriciattoli dai colori acidi non ci si sente estranei, non si ha paura ...si vorrebbe anzi piombarci dentro, tra vermetti e frustini, gambe che escono dalla testa e teste mozzate che restano a posto.Non serve l'edulcorazione, non serve nemmeno raccontarci storie e volgerle a nostro favore, cercandoci dentro ragioni o collegamenti. Serve guardare con gli occhi le cose e vederci dentro la perfettissima stranezza. In fondo proprio questo mi piace di lui, la perfetta stranezza delle immagini che sono più vere del vero, perché sono semplicemente ciò che siamo dentro. Non tutti ovviamente dentro sono così, alcuni saranno realisti, altri astratti ma io, essendo una madamigella lobotomizzata, sono proprio così!

mercoledì 29 dicembre 2010

Un paio di suggerimenti per resistere al massacro...







Mia nonna ripeteva, in continuazione in questi giorni, " Puzza strapassà 'ste feste" ovvero "possano passare velocemente queste festività natalizie" e prima mi sono trovata a ripeterlo ad altra mia cara amica. E' un po' che non faccio altro che rincuorare gente via telefonica, eppure non è che la mia vita brilli per divertimento ( come ho scritto io devo preparare una rivoluzione, mica 'sto qua a controllare il sito di Vogue per capire se l'anno venturo saranno in auge le scarpe con la punta tonda o ovale...), ciononostante sono sempre tanto cara e tiro fuori cazzate dal mio cappello, ogni volta, al momento giusto. Ho notato che ci sono un paio di aspetti di queste giornate che mettono in crisi. Per andare in crisi però, devono essere rispettati dei punti fermi. Saranno anche scontati ma se alcune ancora si struggono vuol dire che non lo sono poi tanto.
Il primo tra tutti è il concetto di festività: E' festa, è vacanza, che fai? Con chi fai Capodanno? Che t'hanno regalato a Natale, che hai mangiato? A questo gruppetto di domande insidiose come la febbre terzana si fa buon viso a cattivo gioco, si risponde educate ma dentro brucia il sacro fuoco del "vaffanculo" che vorrebbe divorare l'interlocutore e chiunque sia nel suo raggio d'azione. Parrebbe obbligatorio essere contenine e sceme a Natale ma l'unica differenza - seria - tra il Natale e il Capodanno e il resto delle giornate è che qui ti ubriachi con l'ombretto, il resto dei giorni invece senza trucco e senza tacchi. La Festa è un concetto soggettivo: io ho sempre amato i bottoni-ad esempio - e gioisco quando ne vedo uno. Non obbligo ad gioire tutti gli altri quando c'è un bottone in giro. Perché dovremmo sentirci obbligate a ridere e agghindarci per Natale etc? Non ha proprio senso tanto più che, se si riduce la festività al puro ambito fenomenico -cazzo che cervello che sono - vi accorgereste che questa festa è solo un consumo triplicato di energia elettrica... il NATALE care mie, sono solo le lucine fuori. Mica perché è Natale i maschietti diventano tutti intelligenti? Mica perché è Natale trovate lavoro, se siete disoccupate? Mica perché è Natale, all'improvviso la nostra società diventa meritocratica? Mica perché è Natale la Gelmini si pente e si ritira a vita privata e con lui il nano?
Insomma care amiche, con un briciolo di attenzione capireste che a Natale è tutto uguale a sempre ergo non siete tenute a fare il bilancio della vostra vita!
Arrivo al secondo punto - che ha martoriato anche me nei giorni scorsi - ovvero la bella trovata tradizionalista, di far capitare il Natale proprio durante l'ultimo periodo dell'anno. Ma cazzo dico io ... non potevano metterlo a caso in un altro periodo? Non possono farci subire prima lo stress de " La festa da passare in famiglia ( quando non ce l'hai ... e non dico altro) " e poi lo stress de "La fine dell'anno" perché è ovvio che una cominci a fare bilanci. E allora passi in rassegna i fatti, le opinioni, gli eventi e, se ti trovi ad avere stress, è perché evidentemente il bilancio non è positivo.
Ecco care...riflettiamo sul concetto di " BILANCIO" ... ma chi cazzo l'ha avuta 'sta trovata di applicarlo all'esistenza? L'esistenza sfugge dal concetto di bilancio, perché un bilancio ha un inizio e una fine, delle uscite e delle entrate ma la vostra vita, care, proprio NO. Certo che no a meno che voi non vogliate condurre la vostra esistenza come si conduce un'azienda e allora tirate pure fuori il registro Buffetti e cominciate a leggere. Voglio dire che il percorso è continuo e non si può frammentarlo nel piccolo spazio di un anno, è assai controproducente e non serve a niente. Quindi fare bilanci non è né utile né tanto meno obbligatorio ergo Fottetevene pure e affidatevi al santonismo tradizionale delle vecchie nonne per cui " ciò che non succede in un anno, succede in un giorno" ( mai creduto ma a volte è bene gingillarsi nel rincoglionimento mentale).
E qui arriviamo al punto dolente del discorso, al lapillo incandescente, al piccolo e brutto mostriciattolo nero che gracchia e che noi facciamo di tutto per non ascoltare ... o perlomeno fingiamo di non ascoltarlo: dentro di noi l'eco risuona di continuo.
Qual'è la risposta che ci diamo quando proviamo SPLEEN- non saprei come altro chiamarlo- a Natale e Capodanno? Senza fare le femministe al 50 per cento solo fuori, ammettiamolo! Pensiamo: lo passo di merda perché non c'ho un cencio di uomo che mi si fila...
ECCOLA FINALMENTE LA VERITA' RIVELATA!!! Eccolo il motivo per cui le festività istigano alla morte autoindotta per impiccagione! Eccolo l'arcano impavido che non manca mai di svelarsi, ogni tre giorni, a tutte noi, mature signorine in balia delle feste...
IL CENCIO DI MASCHIO è il problema!Si perché in questi giorni, tra panettoni e zamponi, ci si sente molto sole e deficienti quando, in giro, si incontrano parenti amici, ammogliati e figliati, ci si sente handicappate nel vero senso del termine, quando si gioca a tombola senza avere un omino a fianco che tifa per te e ti aiuta a dividere le vincite o se perdi ti dice: " Tesoro non preoccuparti, sei fortunata in amore tu ( ripeto non mi vanno le mani ...)
Diciamolo chiaramente: è la presenza o assenza ( perché a volte c'è o c'è stato ma è assente nei fatti) del MASCHIO ( inteso in questo senso da puro animale da compagnia) che ci causa tremebondi scombussolamenti. E allora via a pensare a come sarebbe stato se " lui fosse stato qui con me", "Se non ci fossimo lasciati", " Se non avessi insistito così tanto...", "Se mi fossi accontentata" fino al " Se solo avessi dato il mio numero di telefono all'albanese che è venuto ad aggiustarmi la doccia ..."
Ma care amiche mie ... pensateci bene: se siete arrivate a Natale da sole un motivo ci sarà e non c'è motivo negativo in questo. Non è accaduto perché siete delle cesse incommensurabili, o perché siete stronze all'ennesima potenza ( fosse vero noi non dobbiamo mai pensarlo). E' accaduto semplicemente perché le cose non andavano come dovevano. E allora: se le cose andavano male anche a Settembre o Ottobre, se la situazione era una situazione del cazzo da sempre, perché a Natale dobbiamo struggerci così tanto? Lo vedete che è solo una pippa mentale assurda?
Ma era meglio essere in due che da sola, qualcuna penserà ... e allora io rispondo che se il problema è un problema di compagnia per il gioco della Tombola o perché non c'è più chi ti scarrozza in giro per le case dei parenti ... beh un cane e un extracomunitario patentato espletano bene le funzioni di cui avete bisogno.
Per quanto riguarda poi la sottile, dolorosa, presa di consapevolezza che "Un uomo mi servirebbe anche malandato adesso perché lui, anche se mangio come un porco, mi vuole bene lo stesso" amiche care vi dico subito che non va bene. Certo che No! Un tizio che vi sopporta quando vi strafogate mezzo porco, solo perché è abituato a stare con voi, anche se tutto va a puttane e a Natale vi accompagna, non vi vuole bene lo stesso. Magari si ma finirà a tirarsi seghe su you Porn o a colmare il suo deficit erotico col calcetto...e questo che volete? Volete un cicisbeo a qualunque costo che accetti tutta la vostra depressione natalizia e quindi va bene anche se non è quello giusto? Ah care amiche ...così proprio non ci siamo!!!
Per il resto amiche care, tutti gli altri problemi sono secondari...ovvero: mancanza di lavoro, turni fiat da negriere, crisi economica ... Si perché se, oltre a quanto detto sopra, siete disoccupate, precarie, titolate e inculate dal sistema, oltreché appunto Single ... posso dirvi di non temere.
Non siete sole, il mondo è pieno di sfigate come voi che scrivono blog coi fili spinati! Anzi, grazie a tutte quelle come voi, potete ben sperare che un giorno tutto questo cambierà. Oppure, affidandovi alla solita e già citata saggezza popolare ...potete fare del Male comune, mezzo gaudio!!!

Coppole e Colbacchi.

Ah ... questa mattina sono uscita presto. Il sole splendeva gelato come fa solo in inverno. Ho passato la prima mezz'ora sdraiata a farmi bella e il resto a passeggiare con vecchia amica precaria anche lei. Che belle che eravamo, in mezzo al resto del mondo. Entrambe vestite di scuro, tutte e due con cappotti stretti e cappelli - lei coppola io piccolo colbacco - sembravamo due attrici di film francesi. Quei film che non mi fanno assolutamente ridere né piangere, insomma quelle robe tipicamente francesi, ordinate, misurate, discrete, folli fin nel midollo. Si, perché io e lei, siamo due precarie dell'anima, trasferite a forza nel freddo nord frontaliero e passiamo i nostri anni appese alle decisioni di qualche ministro incompetente. E quando passi la tua vita in questa maniera - prima di decidere, come ho deciso, di cambiare lavoro - la vita ti fugge di mano e ti ritrovi, l'anno dopo, dov'eri l'anno prima e spesso col mutamento della tua sede, muta anche la tua situazione emotiva e sentimentale. Eravamo sorridenti e fumatrici, incappellate e con qualcosa di fuori dal tempo. Ecco, un'altra caratteristica di noi precarie è che siamo fuori dal tempo: per un accessorio, un'espressione del viso, una combinazione cromatica dell'abito, sembra sempre che siamo cadute nell'armadio. Fino ad un certo punto facevo sana la mia amica. Lei è una tosta e dritta, secca e risoluta, insomma il contrario di quella che sono io ( anarcoide persino nella sbambatura della ceretta) poi è accaduto qualcosa che mi ha irrimediabilmente convinto che lei non era sana come credevo.
Da tempo mi ero accorta che nascondeva un delirio latente seppur misurato come il taglio dei capelli ma poi ... poi è successo.
Il suo telefono squillava di continuo mentre io annegavo il naso nella tazzetta di espresso e lei ha cominciato a sbuffare. " Che succede?" ho chiesto e lei mi risponde " Questo è Pippo ..."
Sorridendo perché lei conosce sempre tizi dai nomi improbabili dico: " E non rispondi?"
E lei: " Non voglio ..." Viene fuori che questo Pippo è un omino piattola che ha conosciuto in una sessione estrema di ( sesso direte voi? Macchè) volontariato. Mi dice: " Non è perché è invalido ...è che mi perseguita. Mi chiama in continuazione, come se fossi il telefono d'ascolto."
La guardo e rido, le rispondo: " Avresti bisogno tu di un centro d'ascolto ..." Ridiamo assieme ma il tipo non molla: chiama la terza, la quarta, la quinta volta col numero nascosto. Si decide a rispondere dopo che io mi sono rifiutata di farlo. E ... si attappa il naso. Mi dice: " Camuffo un po' la mia voce così ..."
La vedo adulta, col cappellino chic, le due dita che tappano il naso, stringendolo e la sigaretta che fuma nel posacenere. Scoppio a ridere perché, nella mia vita di esperienze liminali, non ho mai visto una che si tappa il naso per camuffare la voce. Solo nei film francesi appunto ...
Fortuna che non era Pippo, era altra precaria - la terza - che chiamava dandole gentilmente dell'handicappata, perché non riusciva a guidare fino nelle Marche.
Prima di ripartire la mia amica mi dice: " Andiamo a San Marino per il capodanno?"
Resto stupita. " Che cazzo c'andiamo a fare a San Marino?" e lei, con gli occhi luccicanti e fieri della sua trovata mi risponde: " Andiamo in qualche casinò, ci saranno a San Marino i casinò ..." Resto a pensare per qualche secondo e le chiedo che cazzo ci fa lei con un casinò. Ovviamente mi fornisce un'esauriente risposta, nel suo stile. " Vado a beccare qualche giocatore...se riesco potrò fottermene della ministra e del fatto che, l'anno prossimo, resto senza lavoro ..."
Concludo che la sua non è un'idea malvagio. D'altronde è carina e chic ma poi rifletto ancora e noto che siamo fuori tempo per beccare qualche riccone col vizio del gioco. Le dico: " Ma cazzo ... siamo grandi, vanno le minorenni in questo periodo..." e lei, per niente sconvolta dalla mia pur esatta deduzione, mi risponde: " E ... si è pure vero. Ma qualcuno che si fila quelle grandi c'è sempre ..." e sorride.
Quando sono tornata a casa, al caldo, ho pensato che potevo annunciare una bomba al ministero...proprio sotto il culo di Maria Stella ... e per farlo, mi sarei tappata il naso.

martedì 28 dicembre 2010

Post disimpegnato con doppia personalità ...

Ho ripercorso quello che ho scritto in questi due giorni e mi sono incazzata ... la solita, prevedibile, deriva politica sociologica si impossessa di me, senza che io me ne accorga. Devo smettere, devo smettere, devo smettere. Per diventare una ragazza normale è necessario che io mi allontani dalla mia formazione e che cominci a guardare ogni cosa attraverso lenti diverse.
Comincerò adesso con una ricetta di cucina. La cucina è politicamente corretta, al massimo puoi scassare la minchia citando solo ingredienti equi e solidali piuttosto che a chilometro zero, ma è ben poca cosa rispetto a quello che invece puoi combinare parlando di scuola o formazione o letteratura o Maurizio Costanzo Show.
Parto con la mia ricetta dunque. E' la ricetta della pasta al pomodoro. Si prende l'acqua e si mette a bollire salata. Su un altro fornello di mette una padella con olio e aglio ( uno spicchio) e si fa soffriggere. Quando sfrigge abbastanza ci si versa dentro il pomodoro ( come vi pare, pelati, polpa, pezzettoni, passata, artigianale, industriale, con pezzi di dita dentro non me ne fotte niente, purché sia rosso e sappia di pomodoro). Si fa cuocere per qualche minuto, salando. Poi si schiaffa dentro la salsa qualche fogliolina di basilico e si cuoce la pasta nell'acqua. Quando la pasta è cotta di condisce col sugo e si mangia.
Va bene così?
Tiro un sospiro di sollievo ... ho scritto una stronzata ma non me ne lamento. Almeno non ho scritto niente di impegnativo. Dopo la ricetta è necessario che io illustri i risultati del mio piatto. Per essere normale devo averlo cucinato per qualcuno ... comincio:

Che bella la cenetta di questa sera ... ho comprato pomodorini freschi nel negozio sotto casa e ho pensato di preparare una ricetta base della dieta mediterranea. Non mangio molta pasta da quando lavoro anche il pomeriggio ( non lavoro ... lo so ma non rompete il cazzo. Devo fare finta di essere normale). Anche il mio LUI ( ...sigh ... le dita non mi vanno ma mi sforzo) lavora e il tesorino, quando torna da lavoro, è stanco morto. E' bello preparare una cenetta per noi due soltanto. Non serve molto, basta mettere qualche candelina, profumare l'ambiente, sorridere e preparare piatti colmi di gioia. Ho preparato la mia pasta e quando lui è tornato abbiamo mangiato di gusto ogni cosa...GNAM GNAM ( non può mancare). Abbiamo accompagnato tutto con un vino rosso e alla fine, io ero già brilla e non ho potuto nemmeno fare i piatti ... che ridere che mi viene a pensarci ( che mongola che sei). Li ha fatti lui i piatti mentre io fumavo la mia sigaretta in balcone perché altrimenti la casa puzza e non mi piace ( certo certo ...io lo faccio sempre, infatti non abito dentro un posacenere ... NO). Alla fine ci siamo scambiati tanti bacini e la pasta al pomodoro non è avanzata per niente. Che bello cucinare ... mi sento utile facendolo, il miracolo della cucina è che puoi preparare piatti davvero buoni con poche cose. Non serve mica andare al ristorante ... No. A casa è meglio, è più intimo e mangiare bene ( sta arrivando la puttanata luoga comune più profonda del mondo) non so a voi ma a me fa venire strani pensierini ...;))) E anche al mio lui ( significa che hanno trombato dopo mangiato). E così non abbiamo sparecchiato e ho pensato che devo cucinare più spesso ;)) ( significa che il tizio gliel'ho ha somministrato per bene dopo aver cucinato quindi lei è felice)

Io dovrei scrivere sempre robe di questo tipo ... CAPITE???

Cambiare idea ...Maurizio Costanzo&leghisti dediti a cannabis

Questo pezzo dovrebbe avere svariati sottotitoli, uno solo non sarebbe sufficiente a descriverne il senso. Ovviamente parto da situazioni vissute e, in questo caso, dalla mutazione di mia conoscente che, da antiproibizionista convinta e frequentatrice dei centro sociali, si è trasformata in Maroniana con tutto quanto ne consegue. Non senza stupore constatammo ( io e un altro paio di squinternate che a 30 anni non hanno ancora cambiato orientamento politico) che la donna in questione, col raggiungimento della maturità, aveva anche raggiunto un'invidiabile visione del mondo. I colori erano chiari, distinti, netti, gli stranieri tutti delinquenti, gli insegnanti tutti fannulloni, i meridionali tutti sfaticati. Silvio era l'unica salvezza e, alla domanda " ma tu non eri di sinistra?" la risposta fu " La sinistra mi ha enormemente deluso". Io e le altre rispondemmo in coro " Ha deluso anche noi ma non per questo siamo diventate leghiste ..."
Fatto sta che mi sono messa a pensare a come cambino le idee coi tempi e soprattutto a riflettere sulla giustezza o meno di questo assunto. Per un momento dimentichiamoci i discorsi aulici, i testi di filosofia, i romanzi americani di formazione ... piombiamo nella contingenza del nostro Stato. Decentriamoci emotivamente e spegniamo il cervello. Ecco ci siamo ... siamo quasi al livello di ciò di cui stiamo parlando. E stiamo parlando, in riferimento all'aneddoto raccontato, della possibilità di cambiare idea. Cambiare idea è possibile, a volte necessario, spesso però superfluo. Si perché si possono cambiare idee pratiche, idee generiche sul funzionamento del mondo, si possono cambiare idee riguardo ai piatti preferiti ma non si può cambiare idea per ciò che riguarda l'anima e il suo sentire. In altri termini non puoi, se sei nata tonda, morire quadrata. Questo mi ha fatto riflettere un sacco sul mutamento maroniano della mia conoscente. Si, perché in fondo non ha senso, a mio parere, essere maroniana e stramazzarsi di canne, avercela coi terroni essendo una terrona, fare la castigamatti e poi pippare coca a gogò ... Senza ombra di condanna morale mi è venuto da pensare: ma cosa è successo, negli ultimi anni, affinché ci si senta così autorizzati a spezzare in due parti il proprio sentire? Che cazzo ci hanno dato da mangiare affinché risultasse possibile essere frikkettoni dentro e fascisti fuori? Quale incantesimo ci hanno fatto per permettere che esistano leghisti dediti a cannabis in privato e all'autodafè del povero marocchino in pubblico?
Con la mia proverbiale attitudine alla riflessione ( alternata ovviamente) ho scandagliato gli ultimi anni televisivi tanto per scovarci dentro una specie di autorizzazione a questo voltagabbanesimo imperante. Non contano Dante né l'Ariosto, no ... in questo caso abbandonate le difficili ricognizioni letterarie sulle italiche abitudini, sul " Volgo disperso che nome non ha ..." Mollate Colonne Infami, Manzoni, Risorgimenti, Medioevi, Arduini di Ivrea e compagni. Mettetevi comodi, con quelle orrende pantofole a forma di testa di cane, davanti allo schermo al Plasma con Decoder per digitale terrestre ed extra terrestre. Cosa vedete davanti?
Eccolo, lo vedo, si avvicina, è lui ... lo sento masticarsi i baffi mentre parla ... e' MAURIZIO COSTANZO!!!Ebbene si, cari amici. Proprio lui, l'antimafia da una parte e la tessera P2 dall'altra, in piccolo uomo che somiglia a Pinguin col corpo e a Zio Ponta ( di Bumbum) con la faccia. LUI!!!
Maurizio Costanzo, ometto baffuto e panciuto, esso stesso somigliante ad un Thun coi baffi è il più grande responsabile del mutamento di prospettive ... Vi chiederete: ma che c'entra mo Maurizio Costanzo? In effetti il volo pindarico è vistoso ma non indebito cari amici. Non sono Cartesio io e non dico "siccome passeggio sono una passeggiata" ... dico che Costanzo, nelle sue deliranti nottate di Maurizio Costanzo Show ripeteva fino a morire la celeberrima frase " Solo gli stupidi non cambiano mai idea". Non lo diceva mica una tantum ...NO. Lo diceva di continuo, quasi fosse un mantra. A livello visivo pareva la fissa di un maturo signorotto rotondo; a livello di controllo delle masse invece, assieme ad altre geniali trovate televisive, il suo mantra ha distrutto l'Italia. Non è un caso infatti che il MCS sia stato programma di nicchia e punta delle giovani e nascenti tv commerciali. Cosa faceva il piccolo Maurice? Semplice: invitava perfetti sconosciuti, incapaci di tutto ( non tutti ovviamente) e li metteva a blaterare di robe assurde sulle sue sedioline. Su tutti mi ricordo quella bionda con la faccia di porcellana che parlava con un ranocchio in gola. Maurizio Costanzo elaborava nella pratica il moderno sistema culturale: un sistema in cui ognuno aveva un ruolo, deciso da lui che impediva gli applausi, e che non dipendeva affatto dalle competenze che ciascuno possedeva. Il suo operato però non si è fermato al MSC...si è impegnato, in prima persona, affinché il GF arrivasse in Italia, impegnandosi anche ad ospitare le muffe che piano uscivano dalla trasmissione. Ha poi sposato un'ermafrodita che ha continuato la sua missione culturale mettendo a ballare e cantare un manipolo di giovinastri incuranti dell'analisi del periodo, convinti che muovere il culo servisse di più che imparare a memoria il Coro dell'Adelchi. Ad oggi l'ermafrodita continua nell'operazione culturale del marito: ha messo in campo figoni, fighette, vecchi, vecchie, borgatare, cantanti e ballerine albanesi e che hanno invaso - finalmente a giusto titolo - il mondo della cultura morente italica.
Cosa c'entra questo col mantra? Semplice: Maurizio Costanzo, con la sua mania di legittimare il cambiamento di idee e col suo fornire stereotipi di facile emulazione - solo apparente - ha cambiato l'Italia. In pochi anni abbiamo infatti considerevolmente cambiato i nostri schemi mentali. Se prima Dante Alighieri e i suoi strali contro coloro che cambiavano giubba di continuo, fungeva da simbolo per tutti coloro che, nonostante le difficoltà, credevano in uno Stato Nazione...adesso, la forza delle posizioni è divenuta un peso per i più, anzi indice di ottusità mentale. Il mutamento del significato del termine "ballerino" ne è emblema. Se fino a qualche anno fa, Ballerini erano coloro che si facevano il mazzo all'Accademia della Scala o di Roma, e passavano dal Lago dei Cigni alla danza moderna, adesso Ballerini sono coloro che saltellano dentro uno studio litigando coi giudici ossigenati per passare il turno...Ma va bene così perché "Solo gli stupidi non cambiano mai idea..."
E allora, in questo marasma di permissivismo totale e balordo, essere leghisti e fascisti e stramazzarsi di canne non è più un contrasto. E' anzi una specie di sintesi dialettica in cui gli opposti si conciliano...MA COME CAZZO E' POSSIBILE?
Questa è la domanda che pongo. Come possono farci credere che sia negativo il relativismo e quindi ci rendono tutti cattolici e poi fanno del mutamento continuo la loro maggiore risorsa? La demonizzazione degli estremismi rientra in quest'ottica. Eppure è nel loro interesse che le conoscenze restino in superficie ... perché se uno poi si sveglia e domanda a Costanzo come si concilia il cambiamento continuo di idee con l'immobilismo sociale del paese sarebbero cazzi amari ... e allora va bene così, tutti in continuo mutamento, senza bussole né appigli precisi, tutti ballerini dentro gli acquari, tutti sconosciuti con due chili di fama effimera sulle spalle, tutti leghisti e Italiani con le tasche piene di coca ... purché nessuno si chieda per quale motivo a scuola ancora ci tartassano con Dante Alighieri.
La sinistra mi ha deluso: è bene cambiare idea. La televisione mi legittima in questo senso mostrandomi l'umanità varia e avariata però le mie vecchie abitudini non le mollo.
E poi, capita che incontri per strada fascistelli coi soldi di papà che fanno della disciplina un diktat per tutti meno che per loro stessi...in quel caso ti viene da pensare a come abbiano cambiato idea e loro ti rispondono: " Solo gli stupidi non cambiano mai idea..." e tu alzi gli occhi al cielo e ti rassegni.
E speri che un giorno, revochino il suffragio universale ...

p.s. Ora Maurizio è in Rai che è essa stessa di Silvio. C'ha uno studiolo pieno di ninnoli e fa interviste. Aveva espresso il desiderio di "tornare in Rai prima di morire" ... magari la sua dipartita arriverà presto ma poi resterà sempre l'altra, la moglie, a far fidanzare vecchietti bavosi e tutta Italia continua a cambiare idea.

lunedì 27 dicembre 2010

Film ( non normali) che mi hanno cambiato la vita. Non necessariamente belli.

Ho un rapporto conflittuale col cinema, sin da quando ero piccola. Ho ripercorso la mia infanzia, sempre sotto le grinfie di parenti adulti, a volte anziani, e sotto il totem della tv generalista. Ciò che ne è scaturito è stata l'idea -spaventosa certo - che alcuni film mi hanno cambiato la vita aiutandomi a diventare quella che sono. Non si tratta di films particolari né di films per bambini bensì di films eticamente connotati cui mio padre - ancora amante de "I Cannoni di Navarone" - mi sottoponeva. Quando sono diventata più grande ho cominciato da sola a sceglierli ma i risultati non sono migliorati.
Per prima cosa è bene che vi dica che a casa mia Pinocchio non si seguiva: la musichetta del film di Comencini metteva tristezza a mia madre quindi niente seghe e pupazzi di legno, solo polpettoni che, quando erano vietati ai minori, ci costringevano ad andare a letto troppo presto ... troppo. Andavano forte a casa mia i films storici quindi il primo Film che mi ha segnato l'infanzia ( non necessariamente in positivo) è stato Ben Hur ...
Ben Hur: polpettone di 400 ore di Cecil B. De Mille trasmesso soprattutto nel periodo pasquale in cui un rampollo ebreo cade in rovina e, tramite la figura di Cristo, ottiene una speranza per il futuro. In mezzo c'è: la corsa delle bighe, la lebbra, nomi quali Messalla e Giuda, interminabile scene di remate sulle galee romane. Ovviamente i Romani sono i cattivi, tutti gli altri BUONI.
Questo film ha aperto il mio amore per il genere Horror...ebbene si. Io e mia cugina restammo così sconvolte dalla Valle dei Lebbrosi che, puntualmente il giorno successivo alle trasmissioni, cominciavamo a fare telefonate anonime. Nostra vittima era il tipo che vedeva bevande all'ingrosso ( solo perché il numero campeggiava sul calendario appeso vicino al telefono) e appena il tipo diceva " pronto" noi, scioccate, con gli occhi spiritati e le occhiaie da poco sonno pieno di incubi iun cui contraevamo la lebbra, rispondevamo tremolanti: " Pronto ... è la valle dei lebbrosi?".
Questo una, due, tre, volte fino a quando il poveraccio ci diceva in dialetto: " Li bardì, iote a roppe lu cazze a cacchedun'addre" ( tradotto: bambini andate a rompere le scatole a qualcun altro). Ben Hur ci ha insegnato che la speranza non va mai persa, che se vedi un che porta un croce è meglio che lo segui, che se tua madre sparisce assieme a tua sorella, è meglio andarla a recuperare dentro una grotta di gente piena di cenci. Ma soprattutto che il sistema carcerario dell'antica Roma lasciava davvero a desiderare. Da qui la frase di mio padre che, davanti a qualche criminale recidivo, amava ripetere "Io le mettesse dente a nu carcere come quollo dove jò a'rpiji la mamma di Ben Hur..."( lo sbatterei in una cella come quelle dove andarono a riprendere la madre del suddetto). Va da se che il film ha sviluppato la mia fissazione per le malattie, la mia ipocondria ma soprattutto l'usanza a definire lebbrosi tutti coloro che, per qualche motivo, avevano ferite sul viso o graffi o desquamazioni allergiche. A tratti addirittura mi sono avvolta le mani con la carta igienica e assieme a mia cugina, coperte di spare da cucina, recitavamo la scena in cui la madre e la sorella di Ben Hur apparivano di notte in giardino ( scena che ci ha tolto il sonno). Avevamo sei anni.
Dopo Ben Hur è stata la volta di "Marcellino Pane&Vino" ... stendiamo un velo di silenzio sulla tristezza che provavo, ogni volta, vedendolo e sull'allegria di mio padre, divertito dal piccolo e tenero Pablito Calvo...
Il Film di Ladislao Vajida racconta la storia di un orfanello che vive in un convento coi frati e parla con un crocifisso ligneo, nascosto in soffitta. Il piccolo arriva a portare pane e vino alla statua che decide di prendere il piccolo tra le sue braccia ...HARGGGG ... in sintesi il piccolo bambino ispanico MUORE e tutto questo tra l'allegria di mio padre che, a giusto titolo come tutti quelli della sua generazione, ha sempre ritenuto "Marcellino pane e vino" un film di formazione. Il film ha gettato le basi del mio anticlericalismo militante ... perché per tutti i 90 minuti non facevo altro che chiedermi: ma 'sto povero bambino orfano, che vive coi frati non è triste perché non ha la mamma? La risposta di mia nonna era la seguente: Non è triste, c'è Gesù con lui ... da qui la mia fifa assurda che tutti le croci appese per casa potessero mettersi a parlare e addirittura rapirmi...quindi Croce a scuola? No grazie, soprattutto alle elementari ...
Nella costruzione del mio anticlericalismo ha partecipato anche "Il nome della rosa". Il film di Annaud mette in scena il romanzo di Eco con suggestione e dialoghi astrusi. Io e mia cugina guardavamo la cassetta di mio padre di nascosto e, anche qui, non dormivamo la notte per colpa di ...SALVATORE ... ebbene si! Dopo Il nome della Rosa niente è stato più come prima: i frati per noi sono diventati tutti deformi, o gay ( l'inquietante Berengario), o ciechi e sclerotici o peggio libertini e grassi (Remigio da Varagine)ma soprattutto abbiamo sviluppato un sentimento contrastate nei confronti del clero e del medioevo. Ogni volta che vedevo un convento in tv piuttosto che qualche foto sul libro di storia non poteva fare a meno di pensare che tra le mura di quelle costruzioni di pietra di nascondessero deformi eretici piuttosto che grassoni maiali che trombavano le fanciulle poverissime che si davano in cambio di un polmone di porco. Da li è nato il mio amore per la filosofia: l'unico umano, in quel mucchio di mostri, era Guglielmo da Baskerville ( anche bellissimo a mio parere). Ho concluso che per essere decenti a livello fisico uno dovesse per forza studiarsi la metafisica di Aristotele ... e ahimè l'ho fatto davvero...Dopo la visione del film io e mia cugina andavamo urlando, in giardino, REMIGIO DA VARAGINE piuttosto che SALVATORE e Peniteziagine senza sapere chi fossero. Quando ho studiato Occam ( Guglielmo di Baskerville è ispirato a lui), il suo rasoio e le dispute quodlibetali mi sono tranquillizzata ma era oramai troppo tardi ... odiavo già tutti preti e i frati, erano per me tutti deviati e corrotti e soprattutto temendo che le croci cominciassero a parlare, concludete voi che razza di rapporto malato io abbia con la Chiesa di Roma ...
Altro film che mi ha cambiato la vita, suggellando una volta per tutte il mio amore per i capelloni piuttosto magri è stato l'Ultimo dei Moicani ( 'sta sera mio padre lo sta vedendo per la 200esima volta).
L'Ultimo dei Moicani: film di Michael Mann in cui due fratelli figonissimi si oppongono ai colonialisti francesi e inglesi, innestando una battaglia con tribù di Uroni ( venduti bastardi) e nel frattempo intrallazzano con figlie di generale inglese, una bionda e l'altra mora, una adulta e una piccola e insomma tutti i clichè del caso.
Il film ha contribuito a migliorare la sensibilità per la storia dei nativi americani soprattutto di zona canadese di tutte le liceali europee oltre che mostrarci che gli "indiani" non erano solo Toro Seduto e non erano brutti. Al contrario ci siamo convinte in blocco che gli "Indiani" siano tutti boni, cazzuti, dai lunghi capelli e dalle lunghe asce. Ci siamo convinte che la ribellione paga, che in tre ci si può opporre ad interi eserciti coloniali e tante altre stronzate assolutamente inutili per la vita odierna. Soprattutto abbiamo amato la mezza coda nei maschietti che però, il più delle volte, non erano boni come Daniel Day Lewis. Piuttosto colmavano coi capelli e con strani caratteri ( bello&tenebroso) lacune nella traduzione del latino e del greco e vistosi problemi di socializzazione. Il Film mi ha definitivamente allontanato dal modello maschile vincente, facendomi credere che con uno come Nathan si può essere felice persino in un monolocale ricavato dal tronco di un albero, facendo sesso su una panchetta, coi Clannad in sottofondo. Conditio sine qua non affinché questo possa avvenire è che la donna abbia i capelli lunghi tanto quanto lui. Da qui il periodo capellonistico di ogni ragazza che abbia visto, almeno una volta, il film.
Per inciso: molti capelloni che ho incontrato, pur carini come il protagonista erano omuncoli assai poco cazzuti. Quindi, ad oggi, il messaggio é: diffida dei capelli, guarda altro...Non l'ascia ovviamente. Proseguo da adulta di questo filone è Braveheart dove un altro capellone nazionalista e ribelle si innamora e scopa, combatte e muore pieno di onore e senso di libertà. Modello vincente anche questo. Tutti i film coi capelloni boni hanno come messaggio finale il seguente: gli Inglesi, sono dei grandissimi stronzi sia che parliamo del 1.200 sia che invece siamo nell''800. Insomma inglesi stronzi e capelloni bravi.SIEMPRE.
Quando qualcuno mi dice: ma perché sei così incazzata con tutti? Ma perché ti metti sempre dalla parte sbagliata? Perché non ti piacciono le borse? Oppure perché ce l'hai così tanto coi preti ...
Beh la mia risposta è chiara: perché la mie educazione cinematografica mi ha forgiato. A forza di vedere malati di lebbra, frati deformi, ribelli che muoiono ma stanno dalla parte giusta, amori ovviamente strappacapelli che vanno a puttane, secondo voi che tipo di personcina potrei essere?
Una personcina sempre a modo!
IL MODO SBAGLIATO PERò!!!
Quindi: Pronto Valle dei Lebbrosi?

Del perché il naturale proseguo di una precaria in filosofia è la lotta armata.



Cari amici, l'annosa questione sollevata dal titolo del post si pone in relazione al Decreto Mille Proroghe approvato proprio la notte antecedente la nascita del Bambinello, una notte in cui tutti, tornati ai natii borghi selvaggi, eravamo presi ad annegare nei bicchieri il nostro precariato economico e interiore piuttosto che a seguire il complessissimo e affollatissimo sito di "Orizzonte Scuola" ...
Ho saputo che il coccodrillo che girava nei mesi precedenti è adesso legge ergo le cavillose graduatorie, da cui dipende il destino di ogni sciagurato precario della scuola, sono bloccate per un intero anno. In altre parole, non potendo aggiornare il punteggio, ce la prendiamo in quel posto ( e non ditemi che sono volgare...vorrei vedere voi a leggervi Heidegger e poi capire che il tuo destino sarà quello di pulire il culo ai vecchi...).
Appena appresa la sconcertante notizia mi sono messa a pensare - più che nei giorni scorsi - ad un qualsiasi lavoro alternativo che potesse arricchire le mie competenze. Non ne ho trovati di molti eppure, nella notte scura, un'idea ha cominciato a farsi largo. Per me, laureata in filosofia a pieni voti, l'unico destino possibile, l'unico impiego che riesca a far brillare le mie competenze, l'unico lavoro per cui la mia rete amicale possa tornarmi utile è ... la LOTTA ARMATA!
Certo cari voi. Questa è pura e semplice verità ... noi laureati in filosofia, pur non avendo particolari conoscenze settoriali ( amiamo sopra ogni cosa leggere astrusi testi - quello raffigurato ne è un esempio - che nella realtà non servono assolutamente a niente) abbiamo la capacità di osservare il reale da punti di vista minoritari, riusciamo quindi - anche grazie alla lettura del sopracitato- a darci e dar ragione delle tesi più disparate perché il caro Asino di Buridano splende come cometa sui nostri destini. Quindi la capacità di teorizzare il non teorizzabile c'è ma soprattutto c'è la possibilità di descriverlo con termini consoni e adeguati ... possiamo quindi aggiustare in pochi minuti fantastici comunicati stampa, di quelli che quando li leggi, a forza di vederci dentro parole in disuso, ti spaventi prima del tempo. Oltre questo abbiamo buona conoscenza delle stazioni del paese e degli alberghetti da due soldi ( causa convocazione negli agosti afosi dei provveditorati) che possono fungere da base per eventuali atti dimostrativi. Abbiamo, inoltre, una rete amicale di squinternati squattrinati come noi e peggio, addirittura ragazzi che hanno perso il senno durante gli studi all'Università - magari durante l'esame del testo raffigurato - che per 100 euri sarebbero pronti a giocarsi madre e padre, figurarsi ad appiccare qualche volantino in giro ...
Abbiamo poi famiglie pronte a capirci perché - come oggi dice Sacconi - sono state esse stesse i nostri cattivi maestri. Si, perché anziché insegnarmi a sculettare facendo l'ammiccante coi vecchietti erotomani e valorizzare la mia quarta di reggiseno, mi hanno pagato le tasse universitarie per conseguire un titolo ergo anche loro non mi direbbero mai: Ma come ti è venuto in mente, piuttosto dicono " Beh ... era pure normale ..."
C'è poi altro aspetto che aiuta, noi laureati in filosofia, nello sviluppo di questo nuovo impiego... è la totale assenza di regolarità culinaria.
Si cari amici, noi dottori in filosofia amiamo il vino - quando c'è - ma beviamo anche Tavernello e soprattutto siamo abituati a tempi disumani. Spesso abbiamo desinato a tramezzini piuttosto che a biscotti usciti da infernali macchine a monete, spesso non abbiamo soldi per comprare qualcosa e mangiamo dove capita. Che c'entra questo con la lotta armata? Semplice rispondo: ci aiuta tantissimo perché uno stomaco di ferro ( risultato delle torture gastriche) è quello che serve quando resti in giro per settimane a organizzare, raminga e fuggitiva, coi tuoi colleghi compagni.
Infine, è la foto lo descrive per bene,i laureati in filosofia che abbiano, in qualche modo, già fatto ingresso e uscita nel mondo del lavoro, dormono in stanze piene di libri incomprensibili. Quei libri però, non ce li abbiamo per abbellimento,nè perché ci dobbiamo fare le interviste davanti ( la ministra infatti aveva solo raccoglitori ad anelli. Noi ce li abbiamo perché qualcuno - altro pazzo - su quei libri ci ha valutato. Vi confesso che aver trascorso due mesi a comprendere cosa volesse dire la frase:
L'esserci, l'essere umano, compreso nella sua estrema possibilità d'essere, è il tempo stesso, e non è nel tempo.
e poi ascoltare vecchietti lampadati che ti dicono: "i veri studenti erano a casa a studiare" non è che abbassi il tono del tuo livore nei confronti del sistema. Anzi ...e dopo aver studiato Martino, esistono solo due possibilità: o trovarti una nicchia nel sistema che ti illuda di essere utile agli altri ( tipo martellare i coglioni di studenti testosteronici, che ti guardano solo le tette, con domande del tipo: Perché l'essere e non piuttosto il nulla) oppure, dopo pesci in faccia a destra e a manca, dopo che già 50 amiche di tua madre ti hanno detto " ma la laurea in filosofia non serve a niente anzi è meglio Ingegneria anzi ci sono facoltà e facoltà", dopo che il tuo ministro della Pubblica Istruzione crede che Heidegger sia una celeberrima antica famiglia di produttori di orologi a cucù elvetici, dopo che, per lo studio, magari hai anche mollato qualche fidanzato tamarro perché " Ma tanto sempre i figli devi fare" beh cari amici ...tutto questo unito alle competenze sopra illustrate, non fa altro che renderti la candidata ideale per un posto di "sovversiva".

Altro tentativo di normalità!

Per compilare un Blog occorre avere una volontà di ferro, se non altro per compilarlo con costanza e metterci dentro chicche ammiccanti. Questo, soprattutto accade se hai un blog che ... non serve ad un cazzo.
Certo cari lettori! Perché se uno ha un gruppo musicale o usa internet per diffondere ricette che sperimenta a casa o per comunicare i propri deliri geopolitici ( Nicola Porro) piuttosto che per manifestare tutta la sua spocchia da critico cinematografico allora c'è una specie di canovaccio e di senso, ma se una tizia lo scrive perché si è incaponita dopo aver visto una filmetto da 4 soldi la cosa si fa più dura...
Avrei potuto ideare un prontuario del sesso fai da te piuttosto che del sesso in due ma per farlo avrei avuto bisogno di altro partner nei post e io invece sono sola. Sono sola e ho intenzione di scrivere solo, essenzialmente, specificatamente, pervicacemente STRONZATE ergo il discorso si fa più difficile. Vedete, ad esempio, se avete letto finora il mio post è naturale che non abbiate niente da dire: è naturale perché non ho scritto assolutamente nulla!
Ma non per questo smetterò di farlo. L'esercizio scritturale è cosa buona e giusta e per essere blogger, finora non si paga niente...
Questo è il mio secondo tentativo di fare una cosa normale senza riuscirci. Quale mi chiedete? Semplice, rispondo io: anziché darmi importanza trovando uno scopo esistenziale altissimo che mi definisca a livello sociale ho testé sminuito quello che sto facendo!
E ci mancherebbe altro ... con gli operai che non hanno manco più le pause alla catena di montaggio, un vecchio nanetto erotomane che si crede dio e il ministro della cultura che scrive poesie sceme ci mancherebbe anche che una tizia assolutamente sconosciuta possa credersi qualcuno!
Cari amici blogger, se non siete Nicola Porro non siete nessuno!!!

Stendere i panni VS anatre disossate e Bimbi.

Mi sto annoiando. Ho comprato un'anatra e ho provato a disossarla ma mia madre mi ha detto: " Ma ti sei scemita?" con tutte le faccende che ci sono da fare non trovi di meglio che metterti a sventrare pennuti? Mi ha consegnato una bagnarola di panni bagnati dicendomi " Tieni, se proprio non sai come ammazzare il tempo valli a stendere".
Ho abbandonato la mia anatra sul lavandino e coi panni in mano mi sono recata nella casa vuota. Sono brava a stendere i panni, mi riesce bene nonostante il mio cronico disordine. Stendere i panni è una chicca per poche...di solito le ragazze normali i panni non li ripiegano prima di stenderli: li sbattono e basta. IO invece li ripiego come fossero Origami ( che in passato ho prodotto, sempre perché amo le cose normali che portano soldi e accettazione sociale) e poi li stendo simmetricamente sullo stendino procedendo per forma e colore. Ah care amiche che soddisfazione vedere l'anatra abbandonata sul lavabo, giallognola mentre implorava "Disossami, disossami, se non lo fai non sarai mai una tizia famosa..." e io invece, coi panni profumati di ammorbidente, cantavo il mio peana.
Ebbene non regge. Per oggi il mio tentativo di diventare una ragazza normale che ama disossare le anatre piuttosto che produrre cheese cake col Bimbi ( che non possiedo tra l'altro) è naufragato miseramente contro l'iperattività della lavatrice di famiglia. In compenso ho una risposta per mia madre; quando mi dirà " ma perché non hai nessuno?" io risponderò: perché non ho nè il Bimbi nè tanto meno so disossare anatre, quindi non solo sono destinata alla solitudine ma addirittura ad essere fuori dal circuito "normalità e fama proveniente da puttanate cosmiche di americani annoiati".
Adesso rifletto al volo su quanto l'america ci abbia imbastardito coi suoi clichè e poi vi faccio sapere. Lo faccio appisolandomi sul mio lettino...

PRINCIPIARE...

L'altra sera ho visto un film ... niente di particolare né tanto meno qualcosa che abbia provocato in me sensazioni forti o di schifo. Il film era "Julia&Julia" e raccontava due storie in parallelo: quella di una tizia americana - una vera e propria istituzione per il popolo di Piccole Donne - che ha scritto un libro di cucina francese per insegnare agli americani a preparare i piatti d'Oltralpe, e la storia di una sua emula, di 30 anni, con un marito un lavoro, un looft incasinato che è talmente annoiata che si mette a dialogare con la cuoca di cui sopra e diventa famosa grazie al blog che ne consegue.
Ecco ... c'era un aspetto di 'sto filmetto che proprio non riuscivo a comprendere: la tizia depressa trentenne veniva definita "scrittrice" dal marito pur non avendo mai pubblicato niente ma soprattutto, si annoiava, si annoiava, si annoiava...ma dico io: ma quando una si annoia non trova di meglio da fare che mettersi a disossare l'anatra?
Per tutto il film non ho fatto altro che pensare che non riuscirò mai a sfondare da nessuna parte, nemmeno come blogger ... NO!
Nel mio caso infatti la noia si combatte in altri modi ma soprattutto non ho mai capito perché le sfigate americane o britanniche ( Bridget Jones su tutte) siano sfigate ma hanno un lavoro, uomini, case, vacanze fuori e tanto altro.
In Italia le sfigate sono differenti: in primo luogo non hanno lavoro, in secondo spesso nemmeno una casa, in terzo gli uomini che si ritrovano sono sempre e solo quelli della loro rubrica telefonica che giace immutata da almeno cinque anni...
Riflettendo su queste differenze ho deciso di partire anche io col mio blog giusto per far comprendere come ci siano vari tipi di sfighe e come le sfortune anglosassoni siano per noi vere e proprie BOTTE DI CULO!!!
Il mio blog ha sempre lo stesso titolo ma da oggi in poi vi saranno descritti tutti i miei tentativi di avere una vita normale. Non mi do tempo come nel film che ho visto ( il progetto di emulare la cuoca, ripercorrendone tutte le ricette, durava un anno preciso) piuttosto scriverò una volta al giorno tutti i casi bizzarri che mi riguardano, cercando di arginarli e dandomi la risposta di una RAGAZZA NORMALE ...
Buona lettura.
p.s. magari ci scappa pure qualche capitolo dei miei volumi ... che male non è...si perché io un libro l'ho scritto e l'ho terminato ... non come quella scemotta del film che invece lo ha mollato a metà. Ma si sa, siamo nel Bel Paese qui e la cultura non si mangia...sarà per questo che sono cicciottella? Perché ho studiato un sacco? Boh ...