Pin Punx - Pelin Santilli

lunedì 27 dicembre 2010

Del perché il naturale proseguo di una precaria in filosofia è la lotta armata.



Cari amici, l'annosa questione sollevata dal titolo del post si pone in relazione al Decreto Mille Proroghe approvato proprio la notte antecedente la nascita del Bambinello, una notte in cui tutti, tornati ai natii borghi selvaggi, eravamo presi ad annegare nei bicchieri il nostro precariato economico e interiore piuttosto che a seguire il complessissimo e affollatissimo sito di "Orizzonte Scuola" ...
Ho saputo che il coccodrillo che girava nei mesi precedenti è adesso legge ergo le cavillose graduatorie, da cui dipende il destino di ogni sciagurato precario della scuola, sono bloccate per un intero anno. In altre parole, non potendo aggiornare il punteggio, ce la prendiamo in quel posto ( e non ditemi che sono volgare...vorrei vedere voi a leggervi Heidegger e poi capire che il tuo destino sarà quello di pulire il culo ai vecchi...).
Appena appresa la sconcertante notizia mi sono messa a pensare - più che nei giorni scorsi - ad un qualsiasi lavoro alternativo che potesse arricchire le mie competenze. Non ne ho trovati di molti eppure, nella notte scura, un'idea ha cominciato a farsi largo. Per me, laureata in filosofia a pieni voti, l'unico destino possibile, l'unico impiego che riesca a far brillare le mie competenze, l'unico lavoro per cui la mia rete amicale possa tornarmi utile è ... la LOTTA ARMATA!
Certo cari voi. Questa è pura e semplice verità ... noi laureati in filosofia, pur non avendo particolari conoscenze settoriali ( amiamo sopra ogni cosa leggere astrusi testi - quello raffigurato ne è un esempio - che nella realtà non servono assolutamente a niente) abbiamo la capacità di osservare il reale da punti di vista minoritari, riusciamo quindi - anche grazie alla lettura del sopracitato- a darci e dar ragione delle tesi più disparate perché il caro Asino di Buridano splende come cometa sui nostri destini. Quindi la capacità di teorizzare il non teorizzabile c'è ma soprattutto c'è la possibilità di descriverlo con termini consoni e adeguati ... possiamo quindi aggiustare in pochi minuti fantastici comunicati stampa, di quelli che quando li leggi, a forza di vederci dentro parole in disuso, ti spaventi prima del tempo. Oltre questo abbiamo buona conoscenza delle stazioni del paese e degli alberghetti da due soldi ( causa convocazione negli agosti afosi dei provveditorati) che possono fungere da base per eventuali atti dimostrativi. Abbiamo, inoltre, una rete amicale di squinternati squattrinati come noi e peggio, addirittura ragazzi che hanno perso il senno durante gli studi all'Università - magari durante l'esame del testo raffigurato - che per 100 euri sarebbero pronti a giocarsi madre e padre, figurarsi ad appiccare qualche volantino in giro ...
Abbiamo poi famiglie pronte a capirci perché - come oggi dice Sacconi - sono state esse stesse i nostri cattivi maestri. Si, perché anziché insegnarmi a sculettare facendo l'ammiccante coi vecchietti erotomani e valorizzare la mia quarta di reggiseno, mi hanno pagato le tasse universitarie per conseguire un titolo ergo anche loro non mi direbbero mai: Ma come ti è venuto in mente, piuttosto dicono " Beh ... era pure normale ..."
C'è poi altro aspetto che aiuta, noi laureati in filosofia, nello sviluppo di questo nuovo impiego... è la totale assenza di regolarità culinaria.
Si cari amici, noi dottori in filosofia amiamo il vino - quando c'è - ma beviamo anche Tavernello e soprattutto siamo abituati a tempi disumani. Spesso abbiamo desinato a tramezzini piuttosto che a biscotti usciti da infernali macchine a monete, spesso non abbiamo soldi per comprare qualcosa e mangiamo dove capita. Che c'entra questo con la lotta armata? Semplice rispondo: ci aiuta tantissimo perché uno stomaco di ferro ( risultato delle torture gastriche) è quello che serve quando resti in giro per settimane a organizzare, raminga e fuggitiva, coi tuoi colleghi compagni.
Infine, è la foto lo descrive per bene,i laureati in filosofia che abbiano, in qualche modo, già fatto ingresso e uscita nel mondo del lavoro, dormono in stanze piene di libri incomprensibili. Quei libri però, non ce li abbiamo per abbellimento,nè perché ci dobbiamo fare le interviste davanti ( la ministra infatti aveva solo raccoglitori ad anelli. Noi ce li abbiamo perché qualcuno - altro pazzo - su quei libri ci ha valutato. Vi confesso che aver trascorso due mesi a comprendere cosa volesse dire la frase:
L'esserci, l'essere umano, compreso nella sua estrema possibilità d'essere, è il tempo stesso, e non è nel tempo.
e poi ascoltare vecchietti lampadati che ti dicono: "i veri studenti erano a casa a studiare" non è che abbassi il tono del tuo livore nei confronti del sistema. Anzi ...e dopo aver studiato Martino, esistono solo due possibilità: o trovarti una nicchia nel sistema che ti illuda di essere utile agli altri ( tipo martellare i coglioni di studenti testosteronici, che ti guardano solo le tette, con domande del tipo: Perché l'essere e non piuttosto il nulla) oppure, dopo pesci in faccia a destra e a manca, dopo che già 50 amiche di tua madre ti hanno detto " ma la laurea in filosofia non serve a niente anzi è meglio Ingegneria anzi ci sono facoltà e facoltà", dopo che il tuo ministro della Pubblica Istruzione crede che Heidegger sia una celeberrima antica famiglia di produttori di orologi a cucù elvetici, dopo che, per lo studio, magari hai anche mollato qualche fidanzato tamarro perché " Ma tanto sempre i figli devi fare" beh cari amici ...tutto questo unito alle competenze sopra illustrate, non fa altro che renderti la candidata ideale per un posto di "sovversiva".

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